EN

Penone produced Scrive, legge, ricorda (Writes, Reads, Remembers) at the start of his career in 1972, when he was concerned with elements such as woods and trees, on which he left his mark through performative actions. In this work he stuck an iron wedge bearing his seal and the date (1972) into a tree trunk. In doing so, he used an act of violence to introduce an artistic object into a natural context, thus branding the tree and leaving a trace of his own presence in nature. As it grew, the tree was to assimilate the foreign body in an action reiterating social and cultural questions. Photographs of the performance and the anvil are on show to the public at the Circolo artistico e culturale in Ortisei.

IT

L’opera di Penone Scrive, legge, ricorda venne realizzata nel 1972, in una fase iniziale della carriera dell’artista e nel contesto di un più ampio confronto con elementi quali il bosco e gli alberi, in cui l’artista era solito lasciare delle tracce del proprio passaggio per mezzo di azioni performative. Per quest’opera Penone conficcò un cuneo in ferro su cui erano stati apposti il sigillo dell’artista e la data (1972) nel tronco di un albero, introducendo così un oggetto artistico in un contesto naturale con un atto di violenza, marcando così l’albero e lasciando una traccia della propria presenza nella natura. Con la crescita l’albero avrebbe poi assimilato il corpo estraneo, in un’azione che ripropone interrogativi anche sociali e culturali. Sia le fotografie della performance così come l’incudine sono esposti al pubblico presso il Circolo artistico e culturale di Ortisei.

DE

Penones Werk Scrive, legge, ricorda, entstand 1972, in einer sehr frühen Phase seiner künstlerischen Karriere, im Rahmen einer längeren Auseinandersetzung mit dem Wald und den Bäumen, indem der Künstler anhand von performativen Aktionen Spuren in der Natur hinterließ. In dieser Arbeit rammte Penone einen mit dem Künstlersignet und der Jahreszahl 1972 versehenen eisernen Amboss in den Stamm eines Baumes, womit er durch einen Akt der Gewalt ein künstliches Objekt in den Naturkontext einschleuste und somit den Baum zum markierten Objekt machte, an dem der Künstler seine Präsenz im Naturkontext hinterließ. In seinem Wachstum wird der Baum diesen Fremdkörper in seinen eigenen Körper aufnehmen und assimilieren, eine Aktion, welche auch gesellschaftliche und kulturelle Fragestellungen beinhaltet und thematisiert. Die aus dieser Aktion entstandenen Fotografien sowie der Amboss sind im Kreis für Kunst und Kultur St.Ulrich ausgestellt.